Storia
Agli inizi del ‘900 i fratelli Adamo spinti dal comune obiettivo di produrre e far conoscere i prodotti siciliani di qualità in Italia e all’estero, fondarono la casa vinicola F.lli Adamo.
Negli anni 60 arriva il boom e prosegue l’attività di produzione ed esportazione del vino dagli eredi, rendendo gli affari particolarmente floridi. In particolare è Vito, figlio di Vincenzo a perseverare e a credere nella crescita imprenditoriale della Casa vinicola F.lli Adamo. Con dedizione e amore per la famiglia, Vito, che il padre fece studiare e laureare in giurisprudenza, evento allora tutt’altro che frequente, continua l’attività di trasformazione delle uve presso lo stabilimento Florio, soprattutto con la produzione di vini sfusi. Mentre i cugini, figli di Antonino, si occupavano della produzione delle uve nei vasti poderi di famiglia, cassaforti delle varietà viticole autoctone più note: catarratto e grillo, i bianchi, Nero D’avola e Perricone i rossi.
Ma Vito ben presto resta da solo a credere nel lungimirante progetto di espansione dell’azienda di famiglia e nel 1992 è costretto ad allentare, anzi ad arrestare le produzioni nello stabilimento Florio, che chiude i battenti dopo più di 60anni ai vagoni per il carico del vino. È un periodo doloroso, di forti dissapori tra i numerosi eredi della famiglia Adamo…
Nel 1998, emerge nella famiglia un giovane, Vincenzo, figlio di Vito. Cresciuto tra gli odori dei mosti e scalando le “montagne” di vinaccia delle uve lavorate presso lo stabilimento Florio, dove trascorre le estati da bambino, Vincenzo, ereditando la passione e l’amore per la terra dal padre, inizia a manifestare fin da subito e senza dubbi la vocazione per il vino.
Sarà lui ad occuparsi dell’azienda e a rilanciare il marchio di famiglia.
Storia
Agli inizi del ‘900 i fratelli Adamo spinti dal comune obiettivo di produrre e far conoscere i prodotti siciliani di qualità in Italia e all’estero, fondarono la casa vinicola F.lli Adamo.
Negli anni 60 arriva il boom e prosegue l’attività di produzione ed esportazione del vino dagli eredi, rendendo gli affari particolarmente floridi. In particolare è Vito, figlio di Vincenzo a perseverare e a credere nella crescita imprenditoriale della Casa vinicola F.lli Adamo. Con dedizione e amore per la famiglia, Vito, che il padre fece studiare e laureare in giurisprudenza, evento allora tutt’altro che frequente, continua l’attività di trasformazione delle uve presso lo stabilimento Florio, soprattutto con la produzione di vini sfusi. Mentre i cugini, figli di Antonino, si occupavano della produzione delle uve nei vasti poderi di famiglia, cassaforti delle varietà viticole autoctone più note: catarratto e grillo, i bianchi, Nero D’avola e Perricone i rossi.
Ma Vito ben presto resta da solo a credere nel lungimirante progetto di espansione dell’azienda di famiglia e nel 1992 è costretto ad allentare, anzi ad arrestare le produzioni nello stabilimento Florio, che chiude i battenti dopo più di 60anni ai vagoni per il carico del vino. È un periodo doloroso, di forti dissapori tra i numerosi eredi della famiglia Adamo…
Nel 1998, emerge nella famiglia un giovane, Vincenzo, figlio di Vito. Cresciuto tra gli odori dei mosti e scalando le “montagne” di vinaccia delle uve lavorate presso lo stabilimento Florio, dove trascorre le estati da bambino, Vincenzo, ereditando la passione e l’amore per la terra dal padre, inizia a manifestare fin da subito e senza dubbi la vocazione per il vino.
Sarà lui ad occuparsi dell’azienda e a rilanciare il marchio di famiglia.